Cianobatteri…flagello in acquario


cianobatteri sono batteri fotosintetici anche se ancora oggi in alcuni casi sono indicati come alghe patinose. Sono organismi che si adattano con estrema facilità ad ogni ambiente.

ciano al microscopio

Si trovano sia in acqua dolce che in acqua salata, a temperature di pochi gradi fino a oltre 70°C. Inoltre si adattano facilmente ad un ampio spettro di lunghezze d’onda che va dai 500nm fino a 650nm. Possono essere di varie colorazioni (verdi, azzurri, rossi, bruni, neri) in base ai pigmenti foto sintetici in essi presenti.

La presenza in acquario dei cianobatteri è uno dei problemi che maggiormente affligge gli acquari così come i noti diinoflagellati, le alghe filamentose, le alghe a bolle e altre ancora.

LE CAUSE

I cianobatteri compaiono generalmente dove l’acqua dell’acquario è ricca di composti organici disciolti e più particolarmente in composti azotati, che vengono fissati trasformandoli in ione ammonio (da N2 in NH4+).

Compaiono maggiormente dove nitrati e fosfati non sono misurabili nell’acqua, ma non per questo è pura ma semplicemente perché i nostri test misurano i valori dell’inquinamento inorganico mentre i cianobatteri si cibano di sostanze organiche: fosfati organici, composti organici disciolti (ammonio). Un abbassamento del potenziale Redox può essere un indicatore della presenza di questi composti.

I cianobatteri possono essere difficili da sopprimere, perché traggono profitto:

  • dall’azoto atmosferico dissolto nell’acqua.
  • dall’azoto che deriva dal ciclo di azoto dell’acquario.
  • dall’azoto dei fosfati contenuti nei sedimenti.

Se provate a sollevare una parte di queste placche viscide, vedrete che la superficie inferiore è coperta di piccole particelle di sedimento, ovvero ciò da cui traggono le sostanze nutritive. In alcuni casi, molti acquariofili lamentano il fatto di trovarli solo in alcuni punti dell’acquario, questo è spiegato dal fatto che in quelle zone ristagnano maggiormente le sostanze organiche di cui hanno bisogno per vivere e svilupparsi.

I RIMEDI

Se alcuni prodotti chimici permettono di uccidere i cianobatteri (eritromicina) essi non tolgono il male alla radice ma eliminano in problema solo temporaneamente,  inoltre l’uso di antibiotici non è consigliato perché essi uccidono anche i batteri utili compresi i batteri nitrificanti e denitrificanti, pertanto si consiglia di agire sulle cause principali.

Sifonare e soffiare sull’arredamento periodicamente per evitare accumuli di sedimento. Utilizzare uno schiumatoio ben dimensionato ed efficiente.

Mantenere alta l’ ossigenazione in vasca e conseguentemente un redox vicino ad un valore di 400.

Non mantenere temperature alte, 22 -23°C in un acquario marino sono più che sufficienti, inoltre l’ossigeno disciolto sarà presente in quantità maggiore. Purtroppo in estate le temperature in acquario possono salire fino a 30°C e questa è una condizione favorevole allo sviluppo dei ciano batteri.

Limitare o eliminare del tutto la somministrazione di aminoacidi.

I cambi di acqua non fanno che peggiorare il problema per una ragione legata alla composizione dei sali che utilizziamo: se l’acqua naturale di mare contiene 0,2 microMole/Kg di NH4, un’acqua costituita con sali di sintesi, conterrà fra 0,7 e 11,9 microMole/Kg di NH4. Quindi con un cambio di acqua, esiste il rischio di nutrire i cianobatteri.

Sono rari gli animali che possono disturbare o addirittura cibarsi di questi batteri. Un segnale di regressione dei cianobatteri, sarà rilevabile quando si vedranno schiarire e allungarsi in filamenti, non avendo più energia per estendere il loro territorio.

GLI EFFETTI E GLI ASPETTI

I cianobatteri si riconoscono generalmente per il loro aspetto che tende a formare placche più o meno dense e viscide, più o meno filamentose e come detto sopra, possono presentarsi di molti colori.

Cinobatteri rossi    Cianobatteri bruni 

Come i dinoflagellati producono ossigeno formando bolle facilmente rilevabili sotto la loro superficie che spesso arrivano a sollevare lo strato di questi batteri. Altra analogia con i dinoflagellati, è la caratteristica che anche questi reagiscono alla luce, comparendo con la luce e sparendo con il buio.

I cianobatteri si rimuovono facilmente in quanto sono solo appoggiati ai vari substrati, pertanto i migliore modo per toglierli, è il sifonamento.

Questi batteri possono classificarsi in due gruppi: quelli che producono bolle di ossigeno e quelli che hanno un aspetto viscoso soprannominati “peste rossa”. Le prime appaiono spesso dopo poco tempo dalla fase di avvio degli acquari e scompaiono solitamente per proprio conto quando il sistema è maturo e il ciclo dell’azoto e in equilibrio. Le seconde, senza bolle sono più difficili da sconfiggere e molto più aggressive nei confronti dei coralli. Purtroppo questi ultimi appaiono spesso negli acquari avviati da diversi mesi e causa dell’accumulo di sedimenti essendo questa una delle cause principale della loro comparsa e del loro sviluppo.

Se i cianobatteri non causano particolari problemi quando crescono sulla sabbia o sulle rocce, essi possono rapidamente uccidere i coralli se vi si depositano. I sedimenti sono catturati dai loro piccoli filamenti e la concentrazione di fosfati aumenta fortemente localmente permettendo un intenso sviluppo dei cianobatteri. Dato che i fosfati sono un veleno per i coralli, questi cominciano a perdere il tessuto in prossimità dei cianobatteri, liberando dei nutrimenti azotati che nutrono i batteri. In alcuni casi lo stress genera l’inizio di una necrosi rapida dei tessuti su tutta la colonia.

Nelle foto seguenti è possibile osservare come i cianobatteri possano seriamente danneggiare coralli di ogni tipo, soffocandoli o distruggendo il tessuto e cibandosi delle sostanze di rifiuto emesse da questa disgregazione.

CIANO su Leptoseries scabra      CIANO e molli

 

Montipora con ciano

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